Di storie familiari pregne di genuinitร e calore, come il pane appena sfornato. Si, il pane buono, colmo di morbidezza e dall'odore delicato e prepotente. Ho avuto la stessa sensazione leggendo questa storia che mi รจ rimasta nel cuore. 'Ibla, 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sรฉ due nascite anzichรฉ una soltanto. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l’ultima fimmina di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano piรน, e di sua moglie Ottavia, dall’aria patibolare e la flemma altera, รจ proprio lei a segnare l’inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine vissute ed estati indolenti, ricette tramandate e passioni ostinate, il romanzo si spinge fin dove il secolo volge, quando i genitori invecchiano e le picciridde crescono. C’รจ chi va in sposa a un parente e chi a Gesรน Cristo, ma c’รจ pure chi l’amore, di quello che soffia sui cuori giovani, lo troverร lรฌ...
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