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Come ho vinto il Nobel - Julius Taranto

C'è una nuova voce nel panorama letterario americano; una voce che ha contezza di ciò che vuole raccontare e che sa raccontarlo con acume privo di retorica e senza risultare troppo scontata, la voce di Julius Taranto. Atlantide l'ha portata in Italia pubblicando 'Come ho vinto il Nobel' nella splendida traduzione di Ilaria Oddenino, regalandoci un romanzo al tritolo pregno di citazioni, humour e riflessioni pungenti. Scrivo di contezza perché la materia narrativa affrontata da Taranto non è la solita alla quale siamo abituati, e dovendo affrontare tematiche attuali ed impattanti, sarebbe stato labile il confine con i cliché.  La mia materia di studio era il modello teorico Zhou-Einstadt-Smoot. Dopo l'università avevo declinato lucrose offerte da parte di Google e J.P. Morgan a favore di un faticoso dottorato sotto la supervisione di Smoot in persona. Newton e Leibniz avevano simultaneamente inventato il calcolo infinitesimale...Le previsioni della loro teoria erano
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Lapvona - Ottessa Moshfegh

Che Ottessa Moshfegh fosse una scrittrice che è solita rappresentare un'umanità degradata e disturbata, spesso annichilita da un vuoto esistenziale e che non cerca redenzione, lo avevo compreso leggendo 'Il mio anno di riposo e oblio'. Un titolo ancora ridondante e che ha avuto un'ampia cassa di risonanza, in positivo e in negativo. Io stessa ho provato un tedio non indifferente leggendolo, ma Lapvona è stata una lettura più disturbante e cruenta senza ombra di dubbio, e la cifra stilistica della scrittrice americana si è confermata la medesima. Se vi dicessi che ho trovato questo libro bello vi mentirei, perché si tratta di un titolo cruento e delirante. Eppure l'ho letto in poco tempo con curiosità e letteralmente non sono riuscita a distaccarmene dopo un inizio più soporifero.  Moshfegh ha deciso di ambientare il romanzo nel villaggio medievale di Lapvona come da titolo, non servendosi però di coordinate spazio-temporali precise. Ciò che conta, nella sua narrativ

Grande nave che affonda - Andrea Cappuccini

Ritrovarsi imbrigliati in un'esistenza sfumata e colta da incertezze, pendenti tra un passato che ancora incombe e un futuro grigiastro come l'atmosfera che avvolge Torricella, la periferia nella quale si muovono i protagonisti dell'esordio di Andrea Cappuccini edito da Atlantide.  A ritrovarsi sospesi famigliari e amici del giovane Taddeo Romano che viene incarcerato a Rebibbia; evento che dissemina ulteriore abulia in queste vite abbarbicate all'indolenza. Torricella è si, un nome fittizio utilizzato dal giovane autore per indicare il quartiere romano, ma la vita di borgata reale emerge con nitidezza man mano che ci addentriamo nelle storie del romanzo. Intrecci di storie dunque, perché 'Grande nave che affonda' è una narrazione che tocca da vicino un carosello di personaggi che in comune hanno questo: il microcosmo di Torricella e il senso forse perenne di un'aspettativa sul futuro inabissata. Questo senso di irresolutezza viene esacerbato nel momento in

Il corpo ricorda - Lacy M. Johnson

Si dice che il tempo man mano che passa fagocita tutto. Nelle intercapedini fra i giorni e poi gli anni dapprima riempite di borbottii crudeli, si dovrebbe creare un nuovo varco attraverso il quale il dolore dovrebbe scorrere via dopo aver derubato di ogni gaudio corpo e mente. Il corpo però ricorda, come ci ammonisce il titolo del memoir di Lacy M. Johnson pubblicato da NNEditore nella collana Le fuggitive' e tradotto da Isabella Zani. Il corpo resta impregnato di un vissuto scivolato via ma che lo ha macchiato in maniera indelebile.  Questo corpo ricorda ancora la sopraffazione e la violenza di chi proferiva, almeno in apparenza, amore e protezione. Un corpo sfuggito alla morte ma non alla prevaricazione. Un corpo segregato in un seminterrato, lo stesso corpo dell'autrice che nel 2000 è riuscita a scappare dall'aguzzino ex compagno.  Questa è la versione breve: Il 5 luglio del 2000 sono stata tenuta prigioniera per cinque ore in una stanza insonorizzata di un appartament

Come d'aria - Ada d'Adamo

Libri che si mostrano colmi di luce dai primi istanti in cui cominci a leggerli. Una luce non accecante e non adagiata sulla retorica ad ogni costo, perchè scritti con verità vivida e non scontornati da inchiostro abbagliante. Ecco, libri del genere come quello che ci ha donato Ada d'Adamo pubblicato da Elliot non avrebbero mai necessitato di ulteriori fronzoli perché è già tutto qui, in queste pagine che accarezzano il dolore e la consapevolezza di due vite legate e slegate nella malattia di Ada e Daria, madre e figlia. Ad unirle un intreccio fatto di amore e disperazione che travalica pregiudizi pesanti e contundenti. Perché Daria non è nata sana, ha una spada di Damocle sulla testa che si chiama 'oloprosencefalia', una malformazione cerebrale. Questo è un memoriale che Ada d'Adamo rivolge a sua figlia.  C'è una lettera che l'autrice e danzatrice ha indirizzato a Corrado Augias sul quotidiano 'La Repubblica'. La lettera, pubblicata nel 2008, riportava

Red Fox Road, un'avventura nel Grand Canyon

Cosa fareste se durante un'escursione nel Grand Canyon vi ritrovaste bloccati da un imprevisto? Si parte con un'avventura nel proprio immaginario, poi l'avventura prende le pieghe di un film sulla sopravvivenza. Ci siete tu e questa natura sconfinata, ci sono le improvvisazioni e le palpitazioni, poi i ricordi di quei momenti in cui lo hai letto da qualche parte come devi fare per sopravvivere.  Red Fox Road è un romanzo di Frances Greenslade pubblicato in Italia da Keller editore nella traduzione di Elvira Grassi. Un young adult che ci parla di questo: avventura e formazione. La tredicenne Francie parte con i suoi genitori dalla British Columbia per il Grand Canyon, ma un guasto improvviso al pick-up rovina la magia e dà inizio a quella che è la  rincorsa alla sopravvivenza. Il Grand Canyon era stata una mia idea. Mai avrei immaginato che alla fine ci saremmo andati veramente. Mamma e papà mi avevano fatto una sorpresa per il mio tredicesimo compleanno, che è stato il mese

La divergenza della serie armonica - tra sogno e realtà

Another Coffee Stories è una realtà editoriale giovane che ha preso vita a Milano nel 2020 e che si occupa prevalentemente di scrittori e scrittrici emergenti. Importantissimo, una realtà editoriale Noeap. È facile incappare nei sogni promessi dalle 'case editrici' a pagamento nel momento in cui si vuol vedere realizzato il proprio romanzo la cui idea, magari, era presente già da molto tempo, anni. Questo è il caso della giovane voce di Giuseppe Farella, il barese che per Another Coffee Stories ha pubblicato il suo primo romanzo, La divergenza della serie armonica. Nel background letterario di Giuseppe ritroviamo Alan Moore, Gaiman, Murakami, ed altre penne non indifferenti. Cito particolarmente questi nomi perché il suo romanzo ha delle tinte oniriche e weird che mi hanno anche ricondotto alla penna di tali scrittori.  Il romanzo è incentrato sulla figura di Joshua, un ragazzo con diverse insicurezze sulle spalle, alle quali si aggiunge il sentore, e poi conferma, di una stori