Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2022

Recensione Violeta di Isabel Allende

  Attendevo questo libro da tantissimo. Isabel Allende è una di quelle scrittrici che ho amato per Eva Luna e La casa degli spiriti. Una donna in grado di raccontare di altre grandi donne, di storie intessute nella grande storia e di personaggi indimenticabili. Questo, per me, hanno significato i suoi grandi romanzi. Ecco, Violeta non è un vero e proprio romanzo ma un memoir. Un lungo, pregno e lento memoir sulla vita della protagonista che la stessa, centenaria e sul letto di morte, decide di redigere in un racconto epistolare destinato al nipote, Camilo.   'Violeta nasce in una notte tempestosa del 1920, prima femmina dopo cinque turbolenti maschi. Fin dal principio la sua vita è segnata da avvenimenti straordinari, con l'eco della Grande guerra ancora forte e il virus dell'influenza spagnola che sbarca sulle coste del Cile quasi nel momento esatto della sua nascita. Grazie alla previdenza del padre, la famiglia esce indenne da questa crisi solo per affrontarne un'alt

Carrie - Stephen King

Stephen King. Un nome immediatamente collegato a quel gruppo immacolato dei maggiori scrittori viventi. 'Il Re dell'horror'. Leggiamo ed ascoltiamo spesso questa frase. Dopo aver letto Carrie, però, sono ancora più convinta del fatto che King non sia soltanto horror. La penna dello scrittore travalica etichette, scarnifica la mente, ed imprime sulle pagine un'angoscia quasi ancestrale, dettata dagli abissi più oscuri dei comportamenti dell'essere umano.  'Carrie è un'adolescente presa di mira dai compagni, ma ha un dono. Può muovere gli oggetti con il potere della mente. Le porte si chiudono. Le candele si spengono. Un potere che è anche una condanna. E quando, inaspettato, arriva un atto di gentilezza da una delle sue compagne di classe, un'occasione di normalità in una vita molto diversa da quella dei suoi coetanei, Carrie spera finalmente in un cambiamento. Ma ecco che il sogno si trasforma in un incubo, quello che sembrava un dono diventa un'arma

Recensione Le portatrici di Jessica Schiefauer

Nel momento in cui leggo un distopico la mia mente è già diretta verso un conclave di riflessioni che probabilmente ne scaturiranno. Perchè un buon distopico è questo che in  realtà deve fare. Deve portare a riflettere, interrogarsi, confrontarsi, porre accenti spinosi su altrettante questioni spinose. Non è soltanto fantascienza o mera costruzione di fiction, è un altro sguardo sulla realtà quello che stiamo leggendo, sono questioni anche legate alla nostra realtà quelle che stiamo scarnificando, e vi sono legate in maniera netta. Il distopico scritto da Jessica Schiefauer tutto questo l'ha fatto e anche bene.  DALLA SINOSSI  Il Morbo ha devastato il loro mondo per generazioni, e ha costretto la popolazione a separarsi secondo linee di genere: la società è riservata alle donne, note come “portatrici”, mentre gli uomini, i “diffusori” della malattia, sono tenuti in quarantene a prova di fuga.Se una portatrice entra in contatto fisico con un diffusore, la malattia si sviluppa nei co