Esiste un rischio nel momento in cui ci si occupa di narrativa di ambientazione storica o puramente storica. Il rischio è quello di poter ricadere in una narrativa puramente didascalica che, alla fine, non coinvolge sul serio i lettori diventando nozionistica. Non è questo il caso di 'Romanzo per due rivoluzioni' del saggista e giornalista Francesco d'Ayala pubblicato da Atlantide edizioni nella collana Blu Atlantide.
Un balzo nell'Italia dei moti rivoluzionari del Risorgimento e nelle vite di chi, quei moti li ha vissuti sulla propria pelle. La stesura del romanzo infatti è derivante da un lavoro certosino che l'autore ha portato avanti nelle ricerche archivistiche nell'Archivio di Stato della città di Caltanissetta, grazie alle quali ha reperito informazioni su Giuseppe d'Ayala, il protagonista di questo romanzo, assieme a sua moglie Giuseppina e ha onorato le origini della propria famiglia. Due rivoluzionari nell'Italia del Risorgimento. Materia conosciuta alla perfezione questa, avendo l'autore già scritto due saggi a riguardo, "Dalla coppola al colbacco" e "L'avvocato dei misteri" ripubblicato da Zolfo Editore con il titolo "I Viceré".
Un cavaliere Giuseppe d'Ayala, che sin da giovanissimo però non vuole continuare ad essere quell'individuo di famiglia benestante che osserva inerme chi, rischiando la vita nelle miniere, porta in superficie il soldo con la propria fatica. Un giorno del 1838 Giuseppe ha ancora più contezza della situazione. A questo giovane non interessano soltanto libri contabili e numeri, ma vorrebbe riscattare quegli uomini soggiogati dai picconieri, trovando un modo di far fruttare le miniere senza compromettere la dignità dei carusi, che trasportano quantità ingenti di zolfo.
Giuseppe trovò nello studio di Vincenzo anche pubblicazioni che spiegavano il funzionamento di altre miniere, come quelle di metallo e carbone in Belgio o in Galles, dove i minatori e materiali erano condotti nei pozzi con dei montacarichi in superficie.
Una figura coriacea, quella del padre. Autoritaria nei confronti di una sorella che preferisce essere la 'sposa di Cristo' piuttosto che donarsi ad un matrimonio stabilito. Ma è sempre stato così? Oppure le etichette della società aristocratica di questa Sicilia dell'Ottocento non ha mai permesso di infrangere le regole?
È nato in un mondo che tu ben conosci, in cui tutto gli era dovuto per censo e basta. Ma gli mancava qualcosa e io gli ho dato ciò di cui aveva bisogno. Si chiama vita vissuta.
Giuseppe invece vuole scoprire, studiare e vivere davvero il mondo nei propri ideali. Belgio, Parigi, Inghilterra. Tutto così differente dalle miniere della natìa Caltanissetta. E conoscerà gli ideali della Carboneria, le notti trascorse a parlare della rivoluzione, gli ideali di una vita che vorrebbe essere incentrata sulla vera vox populi, non le voci di un'aristocrazia capricciosa che vede soltanto nel ceto di appartenenza i diritti. Il futuro deve star lontano dai bigottismi e dalla censura; la vera rivoluzione non si fa soltanto col sangue, ma con gli ideali messi in pratica anche grazie alla cultura. 'Assassino rivoluzionario', verrà definito così Giuseppe dal conte Adonnino, padre dell'amata Giuseppina; anche lei spinta da quei moti di ribellione. Che l'utopia non resti più utopia, dunque.
Ora ho capito che la libertà è il più grande dei valori, qualunque sia il suo prezzo
Quanto può costare la libertà? Lo sanno bene coloro che hanno bruciato la propria carne nelle pire delle rivolte per la fede antiborbonica, chi è fuggito a Malta, chi è stato ripudiato dalla propria famiglia d'origine, chi ha continuato ad essere ramingo nel mondo mosso dal vento fortissimo del cambiamento e di quella libertà tanto bramata. Lo sanno Giuseppe e Giuseppina, che seguiremo fra le pagine come fossero nostri fratelli.
Francesco d'Ayala ha scritto un libro nel quale gli ideali e la spinta rivoluzionaria di due giovani aristocratici prendono vita in modo vivido fra fatti e personaggi storici realmente esistiti in un connubio autentico e incantevole di fiction letteraria e narrativa storica. Per non dimenticare mai.
Ringrazio la casa editrice nella persona di Beatrice La Tella per la copia del romanzo.
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