Quanta potenza hanno le storie.
Quanta bellezza si può espandere attraverso un libro. Quanta magia e anima diventano vivide
e si fanno reali nella scrittura.
E se dobbiamo scrivere di realismo magico allora non possiamo evitare di pensare alla letteratura latinoamericana. 'L'anno in cui parlammo con il mare' di Andrés Montero, tradotto da Giulia Zavagna, è una delle ultime opere pubblicate da Edicola; un libro bellissimo impregnato di vita vera e magia esistenziale, una ballata di voci affastellate sulla vera essenza della nostra esistenza, sulla malinconia e gli attimi di vita che circondano i ricordi, sugli interrogativi dinanzi ai bivi delle scelte dell'essere umano.
L' abbiamo visto arrivare quando l'estate già se ne andava. L'aria tiepida, il mare increspato, il movimento degli uccelli, tutto sembrava annunciare la pioggia o l'irruzione anticipata dell'autunno. Presto ci saremmo resi conto che non era vero, che avremmo avuto qualche altro giorno di caldo e che in realtà, semplicemente, l'isola voleva avvisarci che avevamo visite.
Si tratta di Jerónimo Garcés. Quest'uomo che con la sua macchina fotografica approda sull'isola in cui molti anni addietro lui e il fratello gemello Julian erano diventati inseparabili. È un'isola, quella della famiglia Garcés, che sussurra non solo attraverso le voci dei suoi abitanti, propaguli di una memoria dissipata da scelte e segreti. Un'isola in cui il fuoco brucia nel mare, una taverna che prima era una nave dondolante che attendeva avventure, fatta di parole e storie srotolate come i rullini delle Kodak spesso citate. Cosa è accaduto ai due fratelli? Cosa ha causato il silenzio e cosa causerà il ritorno di Jerónimo adesso?
La prima cosa è stata chiederci dove cominciava la storia, perché se l'idea era tirare la corda del tempo verso il passato potevamo tranquillamente andare indietro fino ai due serpenti giganteschi e abbiamo calcolato che saremmo morti prima di arrivare a parlare dei gemelli. Bisognava prendere una decisione: scegliere un buon machete, puntarlo sul tempo e dire da qui a qui, non di più. E sì, tagliare è un peccato, perché la corda del tempo a volte è buona e sembra salda e uno vorrebbe camminare scalzo per tutta la lunghezza, un piede davanti all'altro, un piede dietro l'altro.
Montero è un narratore eccezionale, le voci degli isolani e degli stessi gemelli parlano ai lettori e diventano anche le loro. Mi è sembrato di essere lì tra quelle strade a bere un bicchiere di vino rosso, indossando un poncho Julian e Jerónimo, amore per la fotografia e amore per la scrittura, per gli uccelli e per il mondo. C'è il mondo qui; un mondo su un piccolo mondo non reperibile sulle mappe in fin dei conti. L'isola non è tracciabile, eppure pullula di tutto...soprattutto di quelle decisioni prese o rimandate.
Credo che sia la possibilità di scegliere. La gente davvero piena di rabbia è quella che non ha mai potuto prendere decisioni. Che si vede a un teatro costretta a condurre una vita che non ha scelto.
E in mezzo a queste scelte, agli interrogativi di chi ha conosciuto il dolore, Montero fa emergere il dolore sociale e ci parla della Dittatura con una prosa diretta ma sempre elegante e immaginifica.
Edicola è una realtà editoriale indipendente che brilla di luce propria. Ringrazio gli editori per la copia del libro e per aver risposto alle mie domande che trovate di seguito.
-In un marasma di pubblicazioni che badano più ai numeri che all'autenticità, la vostra realtà editoriale indipendente porta in Italia voci straordinarie della narrativa latinoamericana che altrimenti resterebbero celate. Qual è la genesi della vostra casa editrice e quando avete deciso di concretizzare il progetto?
Edicola nasce da un’idea di Paolo Primavera, originario di Ortona, che da diversi anni si era trasferito in Cile per il suo lavoro di fotografo documentarista. Nel 2013, viene inaugurata la prima sede, a Santiago del Cile. Nel 2015 apre la sede italiana a Ortona, sul mare d’Abruzzo, nell’edicola di riviste e giornali che la famiglia Primavera gestisce da oltre cent’anni. Per diversi anni, abbiamo vissuto una parte dell’anno in Cile e una parte in Italia, gettando le basi di una casa editrice che fa della traduzione il cuore fondante del proprio lavoro.
- Sul vostro sito scrivete che la casa editrice vive a cavallo tra due mondi, Italia e Cile. Com'è nato il ciclo di incontri CILE A/R?
Il ciclo di incontri CILE A/R, che quest’anno compie 5 anni, è nato per creare un momento di scambio tra chi i libri li legge, li scrive, li pubblica, li traduce e li vende. L’idea è quella di poter dialogare, far domande, condividere riflessioni, in un ambiente sereno e in piena libertà. Ogni anno proponiamo una selezione di quattro titoli pubblicati negli ultimi mesi e ogni tre settimane ci incontriamo online per parlarne (e svelarne qualche retroscena).
- Parlateci della newsletter El Gran Malón
El Gran Malón è la newsletter mensile di Edicola Edizioni curata da Mattia Mogetti. In Cile il gran malón è una festa di piazza, un evento di quartiere, un invito a partecipare alla vita della comunità. L’abbiamo pensata come uno spazio da condividere con chi ci legge o ancora non ci conosce. Nel Gran Malón raccontiamo i nostri libri e i mondi in cui questi libri nascono. Al tempo stesso, grazie al Malón ci creiamo quello spazio di approfondimento e riflessione che sentiamo talvolta venir meno quando si parla di libri.
- Nulla è lasciato al caso nelle vostre pubblicazioni. Traduzioni, progetti grafici e illustrazioni di copertina rendono giustizia alla bellezza dei romanzi. Come avviene la scelta delle cover?
Lavoriamo con una rosa ristretta di illustratori e illustratrici, scegliendo tra lavori già esistenti o chiedendo la realizzazione di un nuovo progetto. Con l’immagine di copertina cerchiamo di trasmettere l’atmosfera del libro e al tempo stesso di colpire l’attenzione. Se a distanza di anni la copertina di un libro continua a piacerci vuol dire che abbiamo fatto la scelta giusta. Naturalmente questo vale anche (soprattutto) per il contenuto. Ci piace pensare che i libri non abbiamo data di scadenza.
- Pubblicazioni future, potete svelare qualcosa ai lettori?
Il prossimo anno uscirà il nuovo libro della scrittrice colombiana María Ospina Pizano, di cui molti lettori hanno amato la scrittura poetica ed evocativa nella raccolta Gli azzardi del corpo, tradotta da Amaranta Sbardella. Ospina Pizano questa volta ci parlerà di animali, e attraverso il dialogo interspecie ci aiuterà a riflettere sul nostro posto nel mondo. Un libro di rara bellezza per affrontare di temi di grande attualità come il cambiamento climatico, l’eco-ansia e la necessità di decentrare il ruolo dell’umano rispetto al non umano.
Commenti
Posta un commento