La narrativa ci fa viaggiare, ci trasporta in spazi e formae mentis lontane da noi e ci fa capire quanto talvolta possano essere più vicine di quel che pensiamo.
La narrativa può essere magia e poesia pure. Si può dire proprio questo su 'Underjungle' di James Sturz, una delle ultime pubblicazioni di Atlantide nella traduzione di Ilaria Oddenino.
Non ho mai letto nulla del genere prima d'ora e sono rimasta incantata - letteralmente - dalla prima all'ultima pagina. Quando ho letto la sinossi dell'opera c'è stato qualcosa che mi ha chiamata, dovevo assolutamente acquistare questo libro e si è rivelato incredibile. Come sarebbe potuto essere altrimenti...per un'opera ambientata nelle profondità dell'Oceano la cui voce narrante è una creatura marina?
Sturz non è un semplice scrittore; la biologia marina la conosce bene essendo PADI Divemaster. Ma questo no, non è soltanto un libro che ci trasporta nel mondo sottomarino...
Mi sono innamorato di te da lontano, della tua pelle che era un'onda. So che non è stato l'influsso della luna. Odoravi di acqua dolce, purezza e complicazioni tra la sabbia e le conchiglie polverizzate. Sapevo già che aspetto avevi, e come ti muovevi. Ero una pozza nell'oceano. Volevo che ti sciogliessi insieme a me. Non c'è mai stato un mondo come il nostro: un posto perfetto persino quando non sapevo che ad abitarlo ci fossi anche tu. È un mondo di canyon e scogliere e rivoli fosforescenti, e monti e vortici e spugne. È polpi e ostriche e pinne ventrali ondeggianti. È la nostra origine, ed è il futuro.
Quanta intensità in un incipit.
Una creatura delle acque profonde facente parte di una sette sette tribù originate dal polpo primigenio Ooo che si rivolge all'altra creatura amata e che narra gli accadimenti del suo mondo intercalandoli a questo canto d'amore. E fin qui, penserete, si tratta di un fantasy. Assolutamente no. Sturz mette la sua penna al servizio dei pensieri vorticosi e profondi - come quell'ambiente acquatico - di un essere vivente per narrare di vita, morte, amori, questioni esistenziali.
L'acqua tocca ogni cosa, con brutalità o con dolcezza. Ci pensiamo noi a distruggere ciò che si lascia alle spalle. Senza dolcezza alcuna.
In acqua tutto è vita e morte, decomposizione e rinvigorimento. La corrente fa giungere sul fondo uno strano essere dotato di 'pinzacoli', un cadavere di un essere umano. E la creatura comincia a chiedersi come si possa vivere senza senza questo elemento, come questo essere adesso in putrefazione possa aver vissuto la propria vita. È stata intrappolata forse da quel senso di 'coercizione'. L'oceano è luogo infinito in cui alla procreazione si alternano distruzione e odore del sangue. E cosa accade quando perdiamo qualcuno che amiamo?
Dev'esserci una risposta. Quando perdi qualcuno, non puoi semplicemente ingoiare le tue reazioni, insieme a ogni altra cosa rimasta. Deve esistere un altro modo di sentirsi vivi che non preveda la morte di qualcuno vicino a te, o dentro di te.
Nell'Oceano tutto è morte e rinascita. La vita che rifluisce attraverso le carcasse della distruzione; la distruzione per la sopravvivenza, la lotta fra le tribù originate dal primigenio. Vi ritroverete con gli occhi umidi e nel frattempo apprenderete nozioni di biologia marina, conoscerete cosa accade quando degli organismi entrano in simbiosi, vi perderete in grotte abissali e sentirete svariati odori. Perché l'oceano è una 'pienezza di cui anche noi siamo parte' e si, siamo tutti connessi. E questo libro è un cantico immacolato.
Una lettura straordinaria.
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