Biografie romanzate. Non è facile scriverle in modo coinvolgente. Si tratta comunque di essere in grado di saper plasmare la vita di qualcuno di cui lettori e lettrici conoscono già avvicendamenti, curiosità, opere letterarie, se parliamo di scrittori e scrittrici che ancora oggi sono vividi e ricordati con enfasi. Un nome? Mary Shelley. Se pensiamo a Mary Shelley immediatamente siamo ricondotti alla sua opera madre, Frankenstein. Una delle scrittrici più ridondanti, ancora oggi, nell'universo letterario. Diverse opere sono state scritte sulla stessa, biografie, saggi e volumi di non fiction. Eppure 'Il nido segreto' edito da Nua edizioni è una biografia romanzata degna di questo nome.
L'autrice Martina Tozzi è entrata in punta di piedi nella vita della grande scrittrice e non solo, mi ha presa per mano accompagnandomi anche nelle altre vite che l'hanno costellata, facendomi respirare i luoghi e le vicende che hanno vissuto. Un esordio mirabile che mi è sembrato uno di quei classici senza tempo. Il romanzo è assolutamente fedele ai fatti realmente accaduti, ma scritto in maniera così fluida che, appunto, ho creduto di avere di fronte un titolo di fiction. L'autrice è da sempre appassionata alla vita della scrittrice, e per la stesura de Il nido segreto si è documentata con dovizia non lasciando nulla al caso. Fra i titoli serviti alla documentazione ritroviamo Mary Shelley di Miranda Seymour, La ragazza che scrisse Frankenstein di Flora Sampson, William Godwin: His Friends and Contemporaries, Volume 2, altri articoli e volumi.
Oltre a Mary conosceremo le sue sorelle. Fanny e Jane chiamata in seguito Claire. Conosceremo la figura del padre, il pensatore William Godwin e del poeta Percy Bysshe Shelley, la cui esistenza ha incontrato quella del filosofo e delle tre figlie a causa dei debiti di Godwin. Un giovane idealista, erede di un baronetto scevro da attaccamenti alle credenze religiose, che avrebbe aiutato il padre della scrittrice perché ammiratore delle sue opere, sposato ma poi innamorato di Mary. La caratterizzazione dei personaggi è stata costruita in maniera precisa, mi è sembrato di vivere con loro nelle pagine. Sofferenza, amore, tragedie, viaggi, vita quotidiana, tutto intrecciato a riferimenti storici e letterari in maniera esemplare. Ciascuno dei quarantaquattro capitoli si apre con una citazione di Mary Shelley e di Percy Bysshe Shelley, la stessa Mary Wollstonecraft tradotti dalla stessa autrice e riportanti data e luogo delle vicende narrate.
Dalla figura di Godwin emerge un uomo disposto a sacrificare i beni delle proprie figlie pur di non andare al macero, un uomo abile nel richiedere aiuto economico quando necessario.
E, naturalmente, Fanny sapeva quello che era giusto fare. Aveva parlato con suo padre e gli aveva detto che sarebbe stata felice di lasciargli usare il suo denaro per il bene della famiglia. Godwin si era affrettato ad accettare, e l'aveva ringraziata per la sua generosità.
Fanny così diversa da Jane e Mary, timida e irrisolta nella vita, il cui destino sembra essere stato marchiato da un'ombra nel momento in cui è nata figlia illegittima di Mary Wollstonecraft, e quest'ombra mai andrà via dalla sua esistenza. Una figlia che mai si è sentita degna della propria madre, la grande femminista. 'Fanny era spaventata dalla vita. Se ne stava nella sua amata casetta, circondata dagli oggetti che conosceva da quando era una bambina. Giocava sicuro, Fanny, e sua madre questo non lo avrebbe certamente gradito.' Mary, dal canto suo, esprime spesso la sua convinzione a riguardo. È bene sognare l'amore ma una donna davvero soddisfatta dovrebbe avere altri interessi al di fuori della famiglia, e così anche Jane che trova deprimente la concezione della donna 'angelo del focolare'.
L'amore conta per Mary, infatti seguirà il suo poeta, andando contro suo padre e la sua matrigna. Le passeggiate nel cimitero di St. Pancras in cui riposa la madre, fungeranno da cornice. Shelley non è una figura convenzionale per l'epoca. Un ribelle, un romantico che pagherà a caro prezzo anche il suo amore per Mary. Ci sono dei bellissimi capitoli in cui Shelley e Mary espongono dissertazioni su fede, i miracoli, cristianesimo, ponendo l'accento su quanto l'autrice si sia documentata.
Shelley rise. I miracoli, certo! Ovviamente, i miracoli. Ovvero, le infrazioni delle immutabili leggi della natura causate dall'azione di esseri sovrannaturali. Ecco quello che penso dei miracoli che ci sono stati tramandati: secondo te è più probabile che le leggi della natura, immodificabili e armoniche, abbiano subito una violazione, o che un uomo raccontato una menzogna?'
Nonostante tutto, però, queste due vite si uniranno e conosceranno la gioia di essere padre e madre, così come un dolore indecifrabile come quello della perdita di un figlio. Con Shelley e Mary viviamo tutto... gioie, dolori, viaggi e altri aneddoti, fra cui quello legato alla genesi della creazione di Frankenstein.
Presenti nei capitoli tanti riferimenti a opere e poesie dello stesso Shelley, che rendono ancora più immersivo il romanzo. In certi frangenti non nascondo di aver versato delle lacrime perché la penna dell'autrice è stata in grado di rendere tutto molto reale, sentito. Non avrei mai pensato che fosse un esordio se non lo avessi saputo. Una penna elegante, consapevole e ben calibrata.
Ringrazio tantissimo l'autrice per avermi omaggiata di questo gioiellino.
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