Sapete della mia curiosità nei confronti dei true crime. Si, tutta bucolica e sognatrice e poi leggo cronaca nera. Si, anche questo. L'idea di racconti ispirati a reali cold case della cronaca nera italiana mi ha stuzzicata per questo motivo. Lo scrittore e magistrato Giancarlo De Cataldo ha inaugurato la nuova collana Novelle nere edita da Rizzoli, ispirandosi ad un caso della Roma della Dolce Vita, lo stesso che ha visto protagonista la modella Christa Wanninger. 'Il mistero di Via Veneto' era stato chiamato. Christa era una giovane modella tedesca di 23 anni anni, trovata barbaramente uccisa in un palazzo della centrale Via Emilia il 2 maggio del 1963.
La Roma della Dolce vita dunque. Una Roma che brilla, la corsa dei paparazzi alle celebrità, i bicchieri di whisky che danzano sui tavolini dei bar in cui i sogni cercano di stare a galla. Qui Christa è diventata Greta, arrivata a Roma correndo su un sogno, quello di voler fare l'attrice. Marcello Montecchi, giornalista di un quotidiano acclamato, l'ha conosciuta questa giovane donna segnata da un destino tragico, apprendendo poi della sua morte con uno sberleffo sul viso. La Roma della Dolce vita fatta di luci e ombre. Perché se da una parte brillano questi palcoscenici fatti di benessere, goduria, corsa al successo, dall'altra emergono, sebbene qualcuno voglia celarle, le ombre fittizie di una luce che comincia a diventare disillusa, tanto forte quanto fulminea. La corsa alle esclusive su un caso che desta curiosità, i primi indizi, i primi sospetti deragliati su ipotesi sfumate si alternano anche alla storia di Marcello e a ciò che accade realmente a Roma in quel periodo. De Cataldo ha inserito nei fatti narrati riferimenti a personalità in ambito letterario, cinematografico e musicale ben incastonati nella narrazione. Lo stesso ha affermato che questo caso si è verificato in quello che sarebbe stato un 'epicentro mitologico' grazie alle narrazioni da Fellini in poi, scenario delineato da un perimetro comprendente Via Emilia, Via Veneto, la Barcaccia, via del Tritone. L'autore omaggia Pasolini e Moravia, l'attore Carmelo Bene, lo stesso Fellini già nell'introduzione con quel 'Marcello! Marcello!, please, wake up! che segue alla citazione in esergo che riporta per un momento in vita il grande Mastroianni nel film immenso di Fellini: 'A me invece Roma piace moltissimo: una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene'.
In questa Roma fastosa, dunque, scalciano anche supposizioni dettate da pregiudizi.
'Nella cronaca di costume si viveva di luoghi comuni. I divi dovevano essere sregolati, gli intellettuali incomprensibili, le ragazze come Greta facili.'
Il veleno del pregiudizio s'insinua stretto nella cronaca mondana e Marcello comincia ad avere i primi sospetti. Un uomo col vestito blu diventa un'ombra silenziosa su questo delitto, e ciò strizza l'occhio a quanto realmente accaduto intorno alla vicenda di Christa, così come un certo pittore poi scagionato (qui il savoir-faire di De Cataldo magistrato è ben visibile). Marcello sente il peso delle sue scelte, come quella di farsi trascinare da ciò che accade senza essere fermo nelle proprie scelte. 'La tedeschina', era chiamata così Greta sui vari quotidiani. De Cataldo lo fa presente anche nella novella, per rendere al meglio, forse, quel pregiudizio scandito sulla pelle di giovani ragazze sognatrici abbagliate da una città promettente.
'Venivano dalla stessa stagione. La Dolce Vita degli eccessi e dei sogni. Quando tutto sembrava possibile.'
I sogni fanno in fretta a sfumare se non decidi per essi, lo sa bene il giornalista che ha condiviso attimi di vita con una giovane vita spezzata troppo presto. Un romanzo breve di agile lettura, buon intrattenimento e con diversi riferimenti a quel periodo che sapranno rievocare in voi nostalgie vissute o immaginate.
Ringrazio la casa editrice per la copia.
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