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Recensione Incendio sul mare di Pierpaolo Giannubilo


Ho cominciato la lettura del nuovo romanzo di Pierpaolo Giannubilo consapevole di trovarmi dinanzi ad una trama fitta, articolata da una scrittura pienamente consapevole in cui la commistione tra fiction e realtà, passato e presente, grande storia e microstorie sarebbe stata perfettamente bilanciata. Erano queste, le premesse; inizialmente legate ad una prima difficoltà nell'entrata in empatia con una scrittura del genere. Perché la scrittura di Giannubilo è unica, e ci metto il timbro sulle parole colme di grazia che Ferruccio Parazzoli scrive sullo stesso: 'Difficile trovare oggi nella narrativa italiana chi abbia, come Giannubilo, un vivificante senso anarchico della letteratura, la libertà di trasformare la realtà in finzione e la funzione in realtà'. Mi sono poi ritrovata parte integrante di una narrazione avvincente ed avvolgente'. 

'La solidità è una condizione transitoria, un colossale inganno. L'esito finale sembra implicito nelle premesse, come il collasso di un castello di carte o un pupazzo di neve. D'un tratto la realtà si palesa sottosopra in una stravolta prospettiva picassiana. Uno sparpagliamento di inerti tessere plastificate sul tavolino. Una carota annerita che galleggia in una pozza d'acqua sporca insieme a un cappello infeltrito, una sciarpa a righe e qualche bottone colorato. Le nostre certezze granitiche ridotte a un cumulo di polvere fumante. Le trame delle vite reali non sono forse tutte trame di disillusione? Il Grande Smacco alla fine arriverà, perché arriva per chiunque, e tutto ciò che hai costruito sarà messo a rischio

È così, che comincia questo romanzo ricco d'intrecci. E da queste parole quelli che saranno gli intenti e la scrittura di Giannubilo emergono senza alcuna incertezza. L'autore parte da una vicenda di personale distacco, per poi inglobarci in vicende incastonate in un gioco di specchi in cui ogni frammento ribalta l'opposto, ed ogni verità sembra presagirne un'altra contraria e ribaltata. La vicenda riguarda Riccardo Manes, un Safety Expert, esperto di sicurezza in rete per social media e istituzioni internazionali che contrastando crimini online e grazie ad estreme doti investigative ha costruito una carriera brillante, la quale lo ha portato via dal proprio Paradiso, quello delle isole Tremiti. Un paradiso perduto che si fa poi Paradiso ritrovato; perché Riccardo vi ritorna con la compagna a seguito di un evento che ha della spy-story nella propria impalcatura. E lo sappiamo già, che questo ritorno ha portato con sé frangiflutti negativi. Ce lo dice Riccardo, dal terrazzo della residenza dell'isola di San Domino da cui sensi di colpa, pensieri roteanti e verità distrutte fanno capolino. Veniamo a conoscenza di questi ambienti selvaggi ed estremamente seducenti grazie ad una prosa immaginifica per una resa effettiva ed immediata di quei posti, fra insenature ed arbusti, pietrischi ed anfratti. E il mare, così vivido e potente. Lo stesso posto in cui Lucio Dalla ha scritto Com'è profondo il mare, così legato ai luoghi tremitesi. Lì, in queste isole che fungono da museo a cielo aperto, però, cominciamo ad apprendere cosa si cela dietro un'ovattatura di primo acchito luminosa, e ciò è anche legato ad un progetto lungimirante di Manes, Trimeros, un'opportunità di riscatto per quel Paradiso. Lo stesso che vorrebbe svecchiare quelle catene di una realtà ancora forti di ancoraggio a visioni arcaiche che, nella volontà di preservare un determinato microcosmo, celano una chiusura a tratti pericolosa che man mano rivela spifferi di contraddizioni. 

È ciò che fa emergere Giannubilo, uno slalom di contraddizioni e presentazioni degli eventi che poi cadono a picco. Tra una vicenda e l'altra del presente vengono incastonati flashback ed aneddoti del passato legati ad ubicazioni da inserire nel progetto Trimeros. E conosciamo tasselli di Storia passati attraverso quelle insenature. Tra eserciti ottomani e canonici lateranensi, seconde colonizzazioni delle Termiti ad opera dei Borbone e storie dell'Italia fascista. Mi ha colpito molto la parentesi sui femminielli, venivano chiamati così gli omosessuali relegati nelle isole nel periodo fascista. Tra l'altro Manes è il nipote del Professore, così com'è conosciuto dai più dell'arcipelago. Presente e passato, verità e bugia, chiaro e scuro. Contraddizioni, le stesse che trafugano la realtà della Rete, coesiva ed oculata da una parte, pregna di trappole da un'altra; trappole minatorie che hanno a che fare con ricatti a sfondo sessu@le e cavilli sempre più intricati. Chiaroscura è la realtà di un posto baciato dalla bellezza ed incendiato da taniche d'interrogativi irrisolti, in un castello di carte che crolla e le sparpaglia seguendo nuove logiche.

Il nostos, il ritorno in patria del quale si parla nei poemi greci, è un tema che scandaglia le vicende nel romanzo di Giannubilo. Manes ritorna soltanto in patria, ma tende la mano al ritorno a se stesso e a quella vita a cui 'ha dato un calcio'.

Ringrazio la casa editrice Rizzoli per la copia del romanzo. 

In copertina: fotografia del fotografo Jord Hammond.

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