Preparatevi a sognare risvegliandovi nel torpore di una fiaba dark e cruenta, risoluta e immaginifica. È questo, La stirpe e il sangue. Un microcosmo assiderato dalla violenza che poi esplode grazie alla forza e al coraggio di chi ha vissuto macchiandosi di sangue.
Anno 1442. L'esercito ottomano al comando di Murad II irrompe in Valacchia devastando i villaggi. Tra le capanne divorate dalla violenza nasce Radu, un bambino affetto da una rara forma di anemia che riuscirà a sopravvivere solo grazie alla caparbietà di Maria sua madre e a quella della sorella Anna. I tre sfuggono all'invasione rifugiandosi nella foresta ma l'efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinnanzi a quella degli uomini. Anna e Maria si trovano così costrette per resistere a infrangere ogni regola e insegneranno a Radu un'ostinata resistenza e una ferocia che ha l'impudenza di rivelarsi necessaria. La loro è la storia di un esilio e di una scalata che rovescia il potere affogandolo nel suo stesso sangue. La sopravvivenza come codice morale l'amore come unica gomena. E a legarli sopra ogni cosa il rito del sangue che Maria insegna a Radu e che lo tiene in vita unendo così il suo destino di giovane uomo alla leggenda che porterà Vlad l'Impalatore meglio noto come Dracula a imporsi nell'immaginario collettivo.
La vena gotica di questo racconto emerge all'istante, tra cieli 'gonfi di tempesta' e donne che eruttano lamenti di 'bestia ferita'. Quella bestia ferita è Maria, e Radu, creatura pallida, il lapillo di quest'ultima. Dal sangue si viene alla luce e con il sangue s'impara a vivere, e di sangue ci si macchia e si segna il proprio cammino. Il sangue è la torcia di un buio pesto che Radu, Maria e Anna devono rifuggire. E da un'invasione truculenta si passa ad una foresta fatta di rami che accarezzano e ledono. Chi è il vero nemico? La belva o l'uomo? Chi è la vera strega? La donna che mette al mondo un figlio dai tratti disumani, o la successione cadenzata di gesti bestiali da parte dell'uomo?
Guarda i muri sterminati di ombre che si muovono appena oltre le fiamme come guarderebbero un abisso, cullando quel figlio pallido persino alla luce della fiamma.
In questo scenario di fuga e sopravvivenza estrema ci si aggrappa alla vita con indole temperata ma superba. Anna e Maria conoscono anche e soprattutto la violenza carnale di uomini che nella donna vedono una sventura portata in casa, un corpo su cui svezzare le proprie voglie. Un corpo poi da martoriare e punire. Unica colpa, quella di essere donne, di essere streghe. E le foreste frondose habitat di linci, orse e lupi, si fanno utero accogliente e meno oscuro di una umanità assassina. Umanità che vuole sbriciolare il diverso, come quel bambino pallido nato dal demonio destinato a scomparire. Ma la luna continua a resistere, assicura l'altra vecchia strega che Anna e Maria incontrano sul proprio cammino.
La luna resiste da secoli, bambina.
Resistenza imperitura, conficcata in corpi quasi annichiliti da fame ed impeti atavici. Ma ancestrale è anche la voglia di sopravvivere per queste donne e questo bambino lunare che si nutre di sangue. Riscatto e pegni da pagare con lo stesso sangue tra Vlad Dracul e i valacchi.
Lorenza Ghinelli ha scritto un romanzo-fiaba ammaliante, costruito su materiale di letteratura gotica noto coniugato con nuove, sorprendenti sfumature; e la pennellata più prepotente è quella che tinteggia la straordinaria e complessa forza delle donne, che tutto può. Le splendide illustrazioni di Darkam sulla copertina e che aprono le danze dei 17 capitoli rendono giustizia alla scrittura elevata, rendendo tutto ancora più onirico, nero.
Ringrazio la casa editrice Bompiani per la copia del romanzo.
L'autrice
Lorenza Ghinelli (Cesena, 1981) ha esordito con Il divoratore (2011) e La colpa (2021, finalista al Premio Strega). Tra i suoi titoli ricordiamo: Almeno il cane è un tipo a posto (Rizzoli, 2015), Anche gli alberi bruciano (Rizzoli, 2017), Tracce dal silenzio (Marsilio 2019, finalista al Premio Scerbanenco) e Bunny Boy (2021). Ha partecipato ad antologie come Il cuore nero delle donne (Guanda, 2015), La fuga (Il Castoro, 2018), Cronache dalla polvere (Bompiani, 2019). È stata soggettista e sceneggiatrice per la televisione e da oltre dieci anni collabora con la Scuola Holden di Torino.
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