Passa ai contenuti principali

La fine del giorno - Bill Clegg


Edgeweather. Dimora del Connecticut un tempo gloriosa e splendente, fatta di finestre a bifora, porte di quercia, portici stretti e colonnati luminosi sul lato del fiume, specchi imponenti e numerosi, sale da ballo e raffigurazioni di nozze. Una giovane donna invecchiata male, la cui porta, adesso, assume l'aspetto di un ingresso di un ospedale psichiatrico. Una giovane donna i cui stucchi cadono a pezzi e si mescolano a sverniciate di colore prive di senso. Edgeweather non è soltanto una vecchia dimora, ma il perno centrale del romanzo di Bill Clegg, una storia raccontata a piccoli sussurri dapprima soffocati, appena accennati e dai contorni sfumati. Sussurri che diventano poi storie più cristalline.

Quando si scrive di storie familiari si rischia di cadere in un intreccio che potrebbe rivelarsi banale, scontato, la copia carbone di altri romanzi che seguono quel filone lì. Bene, non è questo il caso. Lo stesso intreccio assume un aspetto peculiare dato dalle differenti voci narrative, che alternano prima e terza persona e raccontano le vite di queste tre donne (e non solo), satelliti di quel pianeta invischiato in decenni di storia che vede al centro del proprio amalgama la dimora di Edgeweather, costruita durante la Guerra Civile come pegno d'amore per una sposa da parte di un uomo non amato. Tre donne, tre esistenze in apparenza disconnesse, che costituiscono i pezzi di un unico puzzle. Dana Goss un giorno abbandona la propria abitazione di New York per recarsi in quella vecchia dimora. È sprezzante Dana, ci sembra una sagace e sbruffona signora dominata da un orgoglio secco e tagliente. Jackie Howland, marchiata da un dolore che l'ha resa vedova, madre ferita di Amy e Rick, e Lupita Lopez, fuggita nel posto più lontano pur restando negli Stati Uniti, dirigente di una compagnia di tassisti facenti la spola tra hotel di lusso delle Hawaii e l'aeroporto. 

Segreti che premono con lo scalpiccio dei ricordi sul presente. In un intreccio che mescola ardentemente presente e passato quei segreti sono svelati man mano che si procede nella narrazione, dove agli stessi si affiancano temi della Grande Storia dei quali non ci si deve mai stancare di scrivere. Ho apprezzato la scrittura di Clegg e l'intreccio proprio per questo. Nel clamore di storie personali e familiari, rapporti tra genitori e figli, mariti e mogli, nonne e nipoti, amanti e amici, ci vengono raccontate questioni di rilevanza, come quella dell'emigrazione dal Messico, della Guerra civile, della cultura pop anni Sessanta. Lupita nei suoi ricordi ricorda Catemaco come un 'ricettacolo di stregoneria' in cui messicani, europei e americani erano soliti recarsi per farsi curare. La magia, immaginata o creata, come le leggende di quei gioielli diventati pietre che sedimentavano lungo il corso del fiume, la magia di un olmo che ti porta a far diventare quella casa la tua casa, la magia di una spiaggia creata appositamente con i tanti sacchi di sabbia fatti scaricare tra il sudore e il fragore (si, era stata la mamma di Dana. O ancora, quella legata ai ricordi dei balli del liceo, tra primi baci e abiti da cocktail chiamati Gelato al limone e Macchianera, così come quella racchiusa in una valigia dagli angoli smussati della quale non si conosce o si finge di non conoscere il contenuto. 

Studia le numerose macchie, le increspature, le rughe, le cicatrici, i vasi sanguigni rotti e le vene, e dopo un po' quel caos di trascuratezza comincia a sembrare intenzionale, come una serie di segnali disposti con cura, o una mappa, che mostra precisamente dov'è stata. 

Ecco, la prosa di Clegg è una prosa fresca e dinamica, a tratti poetica ed evocativa, molto descrittiva. In alcuni frangenti fin troppo, ed è questo che avrei evitato in alcuni passi del romanzo che sarebbero stati perfetti senza le descrizioni di troppo che talvolta mi hanno reso difficile il punto di arrivo degli avvenimenti dei quali stavo leggendo. Resta una bella storia familiare per gli amanti del genere e non. 

Ringrazio la casa editrice Bompiani per la copia del romanzo. 

Collana Narratori stranieri, Aprile 2022

Traduzione: Beatrice Masini 

Prezzo cartaceo: €20

Pagine: 324

ISBN: 9788830102682

Commenti

Post popolari in questo blog

Come ho vinto il Nobel - Julius Taranto

C'è una nuova voce nel panorama letterario americano; una voce che ha contezza di ciò che vuole raccontare e che sa raccontarlo con acume privo di retorica e senza risultare troppo scontata, la voce di Julius Taranto. Atlantide l'ha portata in Italia pubblicando 'Come ho vinto il Nobel' nella splendida traduzione di Ilaria Oddenino, regalandoci un romanzo al tritolo pregno di citazioni, humour e riflessioni pungenti. Scrivo di contezza perché la materia narrativa affrontata da Taranto non è la solita alla quale siamo abituati, e dovendo affrontare tematiche attuali ed impattanti, sarebbe stato labile il confine con i cliché.  La mia materia di studio era il modello teorico Zhou-Einstadt-Smoot. Dopo l'università avevo declinato lucrose offerte da parte di Google e J.P. Morgan a favore di un faticoso dottorato sotto la supervisione di Smoot in persona. Newton e Leibniz avevano simultaneamente inventato il calcolo infinitesimale...Le previsioni della loro teoria erano

Epigenetica - Cristina Battocletti

La narrativa italiana vive, si dimena e ci mostra che non vanno avanti soltanto romanzi dozzinali spacciati per casi editoriali eclatanti. È questo il caso di Epigenetica, che confermo essere senza ombra di dubbio uno dei migliori romanzi italiani usciti nel 2023. È uscito per la nave di Teseo nella collana Oceani ed è opera di Cristina Battocletti, giornalista e critica cinematografica. Grado, marzo 1979 Se mio padre avesse rivolto il suo fucile da caccia contro di noi sarebbe stato meglio. Papà non sapeva che uccidendoci avrebbe arginato l'infelicità dell'infelicità: quella della mamma, dei miei fratelli e di tutti coloro che sarebbero discesi dal nostro ceppo infestato.  Parte così, questo libro. Un boato inchiostrato. Un ceppo infestato, una famiglia diroccata, l'estrema unzione del dolore perpetuato da una miccia malata. È stato questo la famiglia di Maria, oggi scrittrice ancora logorata che tenta di restare a galla nuovamente. Una voce narrante scheggiata che fa la s

Cosa faresti se - Gabriele Romagnoli

Sono sempre stata affascinata dai meccanismi del tipo 'sliding doors' (chi ha guardato il film con Gwyneth Paltrow mi comprenderà ed afferrerà)...motivo per cui il titolo di Gabriele Romagnoli ha captato la mia attenzione, stuzzicato la mia curiosità, ammorbato la mia voglia di leggere storie del genere che no, non sono state colmate in toto, e vi spiego perché.  TRAMA   Cosa faresti se, nel tempo breve di una giornata o di un attimo, dovessi scegliere fra due alternative, ognuna critica, ognuna destinata a ridefinire l'idea di te stesso, a cambiare il destino tuo e altrui? Una scelta irresolubile eppure necessaria, come quella che si trovano costretti a prendere Laura e Raffaele, una coppia che desidera adottare un figlio e si ritrova a decidere in poche ore - una lunga, interminabile notte - se diventare genitori di una bambina gravemente malata. O come capita a Adriano, che un mattino si sveglia e scopre da un video sul cellulare che il figlio ha preso in prestito la sua