Passa ai contenuti principali

Il figlio di due madri-Bontempelli


Utopia editore ha riportato in auge un'opera di un grande del Novecento italiano, Massimo Bontempelli, padre e padrino del realismo magico letterario, apprezzato e lodato da Pirandello, tra l'altro. 'Il figlio di due madri' mi ha lasciato un velo di stordimento, come quando ti svegli dopo un lungo sonno e ne vuoi ancora. Unico e visionario.

Siete una madre.
Avete festeggiato il settimo compleanno del vostro bambino, il sole intride la casa e l'argenteria. Dopo il bel pranzo l'istitutrice porta vostro figlio a fare una passeggiata. Li raggiungete, e da quel momento vostro figlio non è più il vostro, perché vi chiede di essere portato 'a casa', non quella di sempre, e dalla sua mamma, e no, non siete voi. Uno scherzo? Un delirio? Un patto goliardico tra bambino e istitutrice? No, è quello che accade in questa storia nella Roma bene del 1900 che mi ha lasciato stordita e senza parole.

Arianna è la madre stordita da ciò che afferma il suo bambino, Mario. Mario che asserisce di essere Ramiro, il figlio di Luciana che ha perso la vita nello stesso istante dello stesso giorno in cui sette anni prima Mario ha emesso il primo gemito.
Arianna cerca di darsi spiegazioni, inizialmente. Rendere razionale ciò che razionale non è. Proviamoci pensando ad un'insolazione, un delirio, una stranissima coincidenza del destino. Nulla di tutto questo perché Mario-Ramiro ricorda tutto di quella vita, la casa in cui abitava e quella via davvero esistita che ha poi cambiato nome, compreso il bottegaio da cui si riforniva di cioccolatini, e anche il bottegaio ricorda lui, con un tonfo al cuore, certo.

Bontempelli e il suo straordinario realismo magico. Una realtà che esala respiri surreali, personaggi così fermi e quieti in quell'atmosfera ed eventi assurdamente tragici che risultano essere persino fastidiosi, avete presente la forchetta che struscia sul piatto? Eccolo, il fastidio provocatomi
dall'avvocato vanaglorioso art director di una causa-spettacolo atta a fomentare la morbosità dei curiosi sulla sofferenze di un genitore. E stride, quella magia evanescente in un contesto così vero. Stride e confonde tutti, in un magma tra reale e sogno, dove il sogno sembra reale e il reale sogno. Stride nell'amore al quadrato di due madri disperate e nei pettegolezzi della gente di borgata, stride e dondola, come quel cavallo a dondolo di Mario-Ramiro.

La copertina spaziale è opera del grande fotografo Mauro Balletti.

Commenti

Post popolari in questo blog

Cosa faresti se - Gabriele Romagnoli

Sono sempre stata affascinata dai meccanismi del tipo 'sliding doors' (chi ha guardato il film con Gwyneth Paltrow mi comprenderà ed afferrerà)...motivo per cui il titolo di Gabriele Romagnoli ha captato la mia attenzione, stuzzicato la mia curiosità, ammorbato la mia voglia di leggere storie del genere che no, non sono state colmate in toto, e vi spiego perché.  TRAMA   Cosa faresti se, nel tempo breve di una giornata o di un attimo, dovessi scegliere fra due alternative, ognuna critica, ognuna destinata a ridefinire l'idea di te stesso, a cambiare il destino tuo e altrui? Una scelta irresolubile eppure necessaria, come quella che si trovano costretti a prendere Laura e Raffaele, una coppia che desidera adottare un figlio e si ritrova a decidere in poche ore - una lunga, interminabile notte - se diventare genitori di una bambina gravemente malata. O come capita a Adriano, che un mattino si sveglia e scopre da un video sul cellulare che il figlio ha preso in prestito la sua

Abbandono - Elisabeth Åsbrink

Quello che Elisabeth  Åsbrink  ha scrit to rientra fra i romanzi familiari che per me rasentano la perfezione. Ciò perchè la scrittrice e giornalista svedese ci ha regalato un libro in cui le vicende familiari dei protagonisti sono incastonate alle vicende della Storia in un equilibrio mai precario, un intreccio esemplare frutto di due anni di ricerche appassionate e collaborazioni con studiosi e ricercatori. La scrittrice è diventata nota per la grande capacità di fondere penna narrativa e penna documentaristica con minuzia, e in 'Abbandono', tradotto dallo svedese per Iperborea da Alessandra Scali, questa capacità è emersa con fermezza. Substrato fondamentale del romanzo, la stessa storia della scrittrice, nata a Stoccolma da padre ebreo superstite della Shoah e madre inglese. Le sue vicende famigliari sono state toccate da ciò che leggiamo in Abbandono.  Per capire la mia solitudine avevo bisogno di capire quella quella di mia madre. E per capire lei dovevo prima capire mia

Come ho vinto il Nobel - Julius Taranto

C'è una nuova voce nel panorama letterario americano; una voce che ha contezza di ciò che vuole raccontare e che sa raccontarlo con acume privo di retorica e senza risultare troppo scontata, la voce di Julius Taranto. Atlantide l'ha portata in Italia pubblicando 'Come ho vinto il Nobel' nella splendida traduzione di Ilaria Oddenino, regalandoci un romanzo al tritolo pregno di citazioni, humour e riflessioni pungenti. Scrivo di contezza perché la materia narrativa affrontata da Taranto non è la solita alla quale siamo abituati, e dovendo affrontare tematiche attuali ed impattanti, sarebbe stato labile il confine con i cliché.  La mia materia di studio era il modello teorico Zhou-Einstadt-Smoot. Dopo l'università avevo declinato lucrose offerte da parte di Google e J.P. Morgan a favore di un faticoso dottorato sotto la supervisione di Smoot in persona. Newton e Leibniz avevano simultaneamente inventato il calcolo infinitesimale...Le previsioni della loro teoria erano